Poesia fuori firmamento

Nel maestoso ammaestrato firmamento
immaginava sottile e lieve esser frescura
la grazia che mai rese grazie
la gioconda che mai imparò a giocare
lo stormo dei delatori che mai fu sterminato

solleviamo a mezz’aria
ogni possibile dubbio
a ogni riguardo
e attendiamo
e attendiamo

e

poi

attendiamo

Nostalgica smemorata
attonita affranta
immaginava dell’ombra esser luce scura
la parola che mai fu atto
la sagoma che mai fu forma
la lama che mai fu arma

Pressiamo nel pozzo di cartelle mal stivate
ogni possibile inadeguato giovamento
godendo di funestri funesti ininterrotti coiti
nella cartella dei dubbi
fissata a mezz’aria

virtualmente

adeguiamo
i piedi ai passi
e i caratteri allo schermo
sempre più appiattito
stirato

e attendiamo

Anima
che infondi nettare e miele
accorri
e calpesta
ti appiattisci fino a svanire
nel bianco che mai fu bianco
nel gioco che mai fu gioco
nel poco che mai fu poco

e destiniamo
il sorriso al passato
e destiamo
imprecisate attenzioni
e detestiamo
ogni rancore

ma siamo immobili
fermi a quel ricordo
di qualcosa
che forse mai è esistito.

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