A nulla più somigliante.
D’imbalsamati animali e gabbie,
di questi sordi modi,
tu, la responsabile.
E ogni giorno quattro risvegli
privi di scopo, o analogie.
Quattro lune, quattro testi muti
a insanguinare il doppio di pagine.
Quattro stagioni, quattro bestie destinate
ai tempi di pace.
E a nulla giovi qualsiasi potenziamento
e accordi e tregue e venti di guerra
e or tu vivi, sebbene ancor manchino
quel timido gallo dell’ultima alba
e l’umana esistenza,
ancor sotto i piedi tuoi scalzi.
Di significato densi,
come riassunti, i chiari tuoi seni,
in bianca cornice
e marmorei.
Ricordo, naufragai precedentemente,
nell’oltraggiosa sofferenza, di te pervasa.
senza sospetto, non controllato, né avviso,
in questo momento, mai atteso,
non disturbarmi.